Agroecologia - prima parte -

 

Cos’è l’agroecologia?

Prima parte


L’agroecologia è un modello “sistemico” applicato all’agricoltura e all’allevamento.

Cos’è un modello sistemico?

Significa osservare la realtà (una azienda, un allevamento) e trovare tutto ciò che interagisce in quel modello produttivo, perché tutte le parti (del sistema) devono collaborare tra loro per la riuscita del progetto.

Un progetto può essere per esempio un allevamento di polli o la produzione di ortaggi.

E’ una metodologia contraria al sistema di produzione intensivo, come gli allevamenti di suini all’ingrasso o la produzione di mais. Queste tecniche produttive risultano essere sempre più costose perché si basano sullo sfruttamento del suolo, delle risorse, di energie non rinnovabili e perché non resistono (nel caso delle colture erbacee) ai cambiamenti climatici. Questi sistemi sono sbilanciati perché non producono da soli le risorse ma sono costretti ad acquistarle all’esterno alzando notevolmente i costi. Per pareggiare le entrate con le uscite i sistemi intensivi sono costretti a spingere le produzioni, con ripercussioni sulla salute e il benessere degli animali, con consumo di suolo dato dalle lavorazioni e concimazioni eccessive, con inquinamento da liquami e da residui di farmaci.

Il sistema agroecologico invece ha la caratteristica di organizzare l’attività agricola su un ecosistema già preesistente su cui sono conservate consolidate pratiche di gestione del territorio, come la preservazione dei corsi d’acqua, degli alberi frangivento, delle siepi, dove sono coltivate specie arboree a basso prelievo di acqua ma con alto potere nutrizionale e dove l’allevamento è gestito in modo tale che il pascolo sia fonte di nutrimento principale per gli animali e per questo deve essere preservato con rotazioni frequenti e turnazioni. La novità è che, a fronte di queste pratiche che sembrano “antiche”, sono affiancati metodi e macchinari innovativi ,un progetto di partenza che coinvolge molte professionalità, che si estende nel territorio anche alle istituzioni e ai consumatori. Nulla è lasciato al caso.

L’agroecologia dunque non è un metodo che adotta dei “protocolli”, così come è impostata l’agricoltura intensiva.

Ogni azienda e allevamento è una realtà unica e bisogna lavorare con ciò che si ha a disposizione.

Per questo motivo è necessario un progetto.

Il progetto prevede che niente debba essere dimenticato o sottovalutato e nessun elemento deve prevalere sull’altro. Per esempio nel caso di un allevamento vanno presi in considerazione oltre che gli animali, il personale che lavora sia sul campo che negli uffici, l’allevatore, l’agricoltore, le professionalità come i veterinari, gli agronomi, gli esperti nei vari settori, le specie vegetali presenti e quelle da produrre, l’ambiente in cui animali e piante devono vivere.

Questi elementi per funzionare come Uno devono essere in armonia tra loro e tutti ne devono trarre vantaggio.

Una azienda dunque non sarà solo a produzione animale o solo a produzione vegetale, perché ambedue si sosterranno a vicenda. Gli animali concimeranno i campi ,stimoleranno la ricrescita dell’erba brucando e manterranno a bada le specie infestanti; le produzioni vegetali sostenteranno gli animali nell’alimentazione e contribuiranno alla biodiversità.

Le risorse energetiche di cui si servirà un’azienda agroecologica sono poco inquinanti e consumano poca energia, come energia solare, recupero delle acque, lavorazioni essenziali ai terreni, spostamenti di animali eseguiti con poco sforzo per riunirlo e spostarlo in altri lotti, perché abituato alla presenza positiva delle persone . Una cosa importante da dire che l’azienda agroecologica non è sinonimo di “lasciar fare alla natura”, anzi dato l’impatto che un allevamento e una coltura hanno sull’ambiente, che se antropizzato diventa fragile, bisogna cercare di tenere nel giusto equilibrio le risorse naturali e le attività produttive.


 

Le applicazioni della Medicina Veterinaria Sistemica