Agroecologia - seconda parte -
Il sistema agroecologico comprende tutto ciò che rientra nell’azienda e che ad essa è funzionale: la terra; le infrastrutture di allevamento come tettoie, stalle, abbeveratoi e letamaie; i corsi d’acqua; gli animali allevati; la fauna selvatica locale costituita da mammiferi, insetti, anfibi e pesci; il personale ; le piante da raccolto e quelle dedicate a pascolo; la flora locale spontanea, come alberi, siepi, muschi, funghi, le rocce; l’aria.
Agroecologia non vuol dire lasciar fare alla natura, perché data la alta concentrazione di specie domestiche, l’equilibrio è molto più delicato di quello dell’ecosistema naturale, e l’uomo deve saperlo gestire sapientemente.
Un sistema agroecologico si avvale di tante professionalità che hanno tutte la stessa importanza, perché solo un lavoro di squadra può dare un risultato ottimale. Dunque l’allevatore lavora in sinergia con il veterinario, che a sua volta si relaziona con l’agronomo e con il fattore, che sta a stretto contatto con il personale e l’allevatore. Il personale che gestisce gli animali diventa un elemento importantissimo per la stabilità delle mandrie e del benessere animale. Le scelte dell’allevatore avranno un impatto decisivo sul sistema aziendale.
L’agronomo si occuperà di mantenere in buona salute i pascoli con semine non monocolturali e autoctone e con pratiche lavorative del terreno poco invasive, di mantenere siepi, alberi, corsi d’acqua e tutto ciò che favorisce una interazione della fauna selvatica con l’ambiente.
Il veterinario avrà cura della salute degli animali favorendo la loro integrazione in un sistema naturale ma senza lasciarli in balia di se stessi e delle malattie. Si occuperà di mantenere una buona fertilità della mandria o del gregge, dei parti e della crescita dei piccoli, e vigilerà attentamente che il benessere animale venga rispettato, non solo da parte dell’uomo, ma anche che non ci siano conflitti e disparità all’interno dei branchi. I trattamenti medici, se necessari saranno a basso impatto ambientale e meno invasivi possibile. Sarà utilizzata la medicina omeopatica come prima scelta terapeutica.
Il sistema agroecologico rispetta l’etologia e il comportamento degli animali e dunque sono vietate pratiche come la decornazione o la separazione precoce tra madre e figlio.
Il veterinario insieme ad allevatore e agronomo deciderà le strategie di alimentazione del bestiame, le rotazioni dei pascoli, la lotta ai parassiti, che in un sistema naturale sono più frequenti, con ricerca dei parassiti specifici attraverso analisi delle feci e senza fare sverminazioni a tappeto, che oltre ad essere inquinanti per il terreno, sono inutili e costose per l’azienda.
Per impostare e condurre un allevamento basato sul modello agroecologico occorre studiare attentamente come si presenta l’azienda, i punti di forza e i punti critici, e quindi fare un progetto che rispetti l’equilibrio tra tra organismi animali, vegetali, suolo e ambiente.
Non si tratta di un lavoro di routine o di formule preconfezionate, trattandosi di sistemi viventi e in continuo cambiamento, l’osservazione, l’ascolto delle parti e l’organizzazione nel lavoro sono molto importanti.
(tratto da Cos’è l’Agroecologia di Francesca Pisseri Medica veterinaria a indirizzo sistemico)