Medicina Sistemica
La “sistemica” basata sui concetti di relazione, di tempo e di omeostasi. Avere uno sguardo sistemico significa studiare e comprendere la relazione tra paziente e animale, conduttore umano e “tutto il resto”, cioè tutto quello che chiamiamo “contesto”. Se noi osserviamo una persona con un cane vediamo una prima relazione di reciprocità: persona-cane, cane-persona. Ma loro saranno in relazione con altri soggetti: gli elementi del nucleo familiare, la casa, gli altri animali presenti in casa, l’ambiente circostante (il parco, le strade, il clima). Non solo: cane e padrone hanno rapporti con altri cani, con una struttura sanitaria, con la farmacia, col negozio di mangimi, il supermercato, il tolettatore, l’educatore cinofilo, altri amici con cani, i gatti del cortile. Per cui abbiamo un primo intreccio di relazioni che crea una rete complessa.
L’approccio sistemico è dunque una chiave di lettura che permette ad altre componenti - ambientali, sociali, politiche, ecologiche, artistiche - di essere incluse e riconosce che hanno un’influenza cruciale sul soggetto che ha bisogno di cure. Significa che un soggetto è immerso in una rete di relazioni che possono influire sulla sua vita e sulla vita degli altri, e che se nel sistema c’è un cambiamento di un elemento, questo modifica l’equilibrio di tutto il sistema ed anche dei sistemi che gli ruotano intorno e con i quali è interconnesso.
Va oltre un modello della terapia “da protocollo” dove ci si focalizza sulla malattia o sulle procedure dimenticando il paziente, i suoi bisogni e le sue relazioni. Si tratta dunque di un insieme di pratiche che vengono messe in atto durante la visita clinica veterinaria e i nostri pazienti sono gli animali.
Come nasce?
E’ sotto gli occhi di tutti che i modelli scientifici di riferimento che ci sono stati insegnati all’università sembrano non essere più adeguati ai mutamenti molto rapidi della società, che i nostri animali condividono con gli umani. Se è vero che l’approccio lineare “agente patogeno- malattia- cura organo malato” ha permesso il raggiungimento in alcuni settori (es la chirurgia) di risultati incredibili, non è più in grado di spiegare e gestire la complessa realtà che ci circonda. Malattie infettive mortali, come la fip nel gatto di cui ancora non è spiegato il meccanismo patogenetico, o malattie autoimmuni e degenerative, le mastiti bovine, l’osteocondrite dissecante nel cavallo o malattie come il diabete, indotte dallo stile di vita e dallo sfruttamento esasperato delle produzioni e delle performance atletiche, ci devono indurre a riflettere sui modelli su cui si fonda il nostro sapere, agire ed essere medici veterinari oggi, quando a fronte di sofisticate diagnosi la terapia convenzionale appare molto scarsa e altamente soppressiva.
L’approccio sistemico si può applicare sia a singoli soggetti come cane, gatto, cavallo coniglio o sia a gruppi di animali come bovini, pecore, capre o polli o una intera azienda agrozootecnica quando viene richiesta una consulenza sull’attività.